Stipendio minimo
Anche se, secondo l'articolo 36 della Costituzione, il salario del lavoratore deve essere non solo proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, ma anche in grado di assicurare un minimo vitale per il lavoratore e per la sua famiglia, in Italia non esiste uno stipendio minimo per legge, quindi non c'è una legislazione specifica. Circa la metà dei lavoratori dipendenti è coperta da un contratto collettivo nazionale (CCNL), che definisce i minimi retributivi. I CCNL sono stipulati fra le organizzazioni dei datori di lavoro, i sindacati, le confederazioni di sindacati e le confederazioni delle organizzazioni dei datori di lavoro. Anche il Governo può stipulare contratti collettivi, ma solo con i lavoratori del settore pubblico.
Dal momento che gli stipendi minimi sono stabiliti nei contratti collettivi, la conformità a questi è garantita dalle parti che hanno firmato l’accordo, cioè il datore di lavoro e il sindacato. In caso di mancato rispetto del contratto collettivo, il sindacato può adottare le necessarie azioni legali.
Gli stipendi minimi variano a seconda del settore, perchè i CCNL sono per la maggior parte settoriali. All'interno di uno stesso settore, gli stipendi minimi variano anche in base al livello di competenza del lavoratore.
Fonte: Costituzione della Repubblica Italiana, art. 36
Pagamento regolare
I contratti collettivi di solito prevedono il pagamento mensile, anche se dipendente e datore di lavoro possono accordarsi su un diverso intervallo (settimanale o quindicinale). Secondo l'articolo 1277 del Codice Civile, la retribuzione deve essere pagata con moneta avente corso legale. Il pagamento può essere effettuato in contanti o, se il lavoratore è d'accordo, con assegno o bonifico bancario o postale.
In base a una nuova legge sulla tutela dei redditi dei lavoratori delle società sequestrate e confiscate, esistono disposizioni per proteggere gli stipendi dei lavoratori di quelle società che sono state poste sotto amministrazione giudiziaria dopo essere state sequestrate o confiscate per attività correlate alla mafia. La legge consente al giudice con giurisdizione sul sequestro e sulle misure di confisca, su richiesta dell'amministratore giudiziario, di assegnare sussidi salariali ai lavoratori al fine di mantenere i loro precedenti livelli di reddito per dodici mesi entro un periodo di tre anni. Questo beneficio è concesso anche ai lavoratori dipendenti il cui datore di lavoro non ha rispettato gli obblighi in materia di assunzioni e sicurezza sociale.
Fonte: Codice Civile, art. 1277; Decreto legislativo n. 72 del 2018